lunedì 25 febbraio 2019

25 Febbraio

Oggi ho scritto un biglietto d'auguri, per la mia ragazza.

Cara dancing queen, young and sweet only seventeen, come dice la canzone di Mamma Mia che cantiamo insieme a squarciagola, vederti diventare donna, sebbene sia l’effetto dell’inesorabile passare del tempo su di me, in realtà non mi fa sentire vecchia.
Quando ti ho avuta e anche quando eri piccola ho vissuto, come credo tutti i genitori, un’esperienza ricca di livelli e sfaccettature dove sono riaffiorati ricordi della mia infanzia, sono nate riflessioni sull’esperienza di figlia ma anche su quello che hanno vissuto i miei genitori. Le esperienze importanti della nostra vita, quelle che ci fanno fare grandi balzi avanti non possono non avere radici profonde e lontane e i viaggi memorabili sono circolari.
Essere genitore è una grande responsabilità. Tante paure e preoccupazioni ma anche un’iniezione di coraggio e speranza, e oggi che sei sempre più distante anche fisicamente, questo tuo bisogno di autonomia e separazione mi rattrista e, al tempo stesso mi fa sentire fiera e sollevata. Non so se sono stata una buona madre, sicuramente mi sono impegnata e sicuramente il risultato in qualche modo mi rappresenta, nel bene e nel male. Vorrei ancora proteggerti e credo tu abbia ancora bisogno di me e di starmi vicino. Al tempo stesso credo tu abbia diritto alle esperienze e agli errori, come tutti, e spero tu abbia la forza e la personalità per affrontarne le conseguenze e assumerne la responsabilità.
Ieri mattina sono uscita per camminare e mi sono ritrovata al parco dello Stibbert e al giardino dove tante volte siamo state, all’uscita di scuola o per qualche festa o merenda estiva con amici e compagni. Ho pensato con dolcezza e tenerezza a quei giorni, alle foto che abbiamo, ai ricordi, al mio sentire di quel tempo, a quello che credevo di sapere, ho guardato con tenerezza anche a me stessa. Certo era più facile essere madre allora, mi sono seduta su una panchina ed ho guardato due ragazze spingere il loro passeggino ed ho avuto chiaro che la dolcezza che mi pervadeva in quella situazione in nessuno modo potevo chiamarla nostalgia.
Il Parco dello Stibbert  - Foto mia

Certe cose le porto dentro e mi appartengono ed erano con me su quella panchina, volteggiavano come spiriti portati dal vento tra i rami degli alberi e sul prato. Quell’essere famiglia in modo partecipe, unito, anche convenzionale. Anni belli con la tua fanciullezza a riempire il cuore di gioia e speranza e tanto amore, e una famiglia unita. Eppure, sola su quella panchina, non sono certo meno vera, e, senza dubbio, non c’è meno amore di allora dentro di me, né principi meno solidi.
In questa età difficile, turbolenta e incerta che stai vivendo, oggi che è la tua festa vorrei mandarti proprio questo messaggio: non avere paura. Nulla si perde e, soprattutto non ci si perde, neanche volendo. E se c’è una spiegazione e una ragione per il mio personale essere madre, così imperfetta e spaventata, una ragione che da quando ti ho tenuta in braccio la prima volta non è mai stata così chiara come adesso, quella ragione è la tua unica, inedita e autonoma esistenza. Non desidero che tu dipenda da me, ma desidero esserci per te, come posso e come riesco. Si può essere uniti anche fuori da schemi facili e convenzionali. Esserci. Litigare e combattere o sorridere ed essere complici, su un prato fiorito ma anche sotto il temporale.
L’augurio che ti faccio oggi è lo stesso che ti ho fatto sempre, fin dal tuo primo compleanno ed è che tu possa riconoscerti nella vita che fai. E adesso che sei cresciuta e ti guardo cercare la tua strada, voglio dirti che proprio quello è il senso e il solitario lavoro di una vita. Che non ci sono traguardi ma solo percorsi. Il consiglio che posso darti è di cercare di fare quel lavoro dando spazio al meglio di te e senza mai scoraggiarti.
Vederti diventare donna non mi fa invecchiare ma mi aiuta a crescere, perché è il lavoro di una vita ancora e sempre, anche per me e, avendo attraversato tanto male senza essermi persa, ti posso dire di guardare con serenità al percorso anche quando sarà inaspettato e più difficile, anche quando penserai di essere sola, ma ti basterà guardarti intorno per trovare segni, ricordi e presenze, e ti basterà sussurrare mamma, come io faccio ancora oggi, e saprai che sono lì con te.

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