Cara
dancing queen, young and sweet only
seventeen, come
dice la canzone di Mamma Mia che cantiamo insieme a squarciagola,
vederti diventare donna, sebbene sia l’effetto
dell’inesorabile passare del tempo su di me, in realtà non mi fa
sentire vecchia.
Quando
ti ho avuta e anche quando eri piccola ho vissuto, come credo tutti i
genitori, un’esperienza ricca di livelli e sfaccettature dove sono
riaffiorati ricordi della mia infanzia, sono nate riflessioni
sull’esperienza di figlia ma anche su quello che hanno vissuto i
miei genitori. Le esperienze importanti della nostra vita, quelle che
ci fanno fare grandi balzi avanti non possono non avere radici
profonde e lontane e i viaggi memorabili sono circolari.
Essere
genitore è una grande responsabilità. Tante paure e preoccupazioni
ma anche un’iniezione di coraggio e speranza, e oggi che sei sempre
più distante anche fisicamente, questo tuo bisogno di autonomia e
separazione mi rattrista e, al tempo stesso mi fa sentire fiera e
sollevata. Non so se sono stata una buona madre, sicuramente mi sono
impegnata e sicuramente il risultato in qualche modo mi rappresenta,
nel bene e nel male. Vorrei ancora proteggerti e credo tu abbia
ancora bisogno di me e di starmi vicino. Al tempo stesso credo tu
abbia diritto alle esperienze e agli errori, come tutti, e spero tu
abbia la forza e la personalità per affrontarne le conseguenze e
assumerne la responsabilità.
Ieri
mattina sono uscita per camminare e mi sono ritrovata al parco dello
Stibbert e al giardino dove tante volte siamo state, all’uscita di
scuola o per qualche festa o merenda estiva con amici e compagni. Ho
pensato con dolcezza e tenerezza a quei giorni, alle foto che
abbiamo, ai ricordi, al mio sentire di quel tempo, a quello che
credevo di sapere, ho guardato con tenerezza anche a me stessa. Certo
era più facile essere madre allora, mi sono seduta su una panchina
ed ho guardato due ragazze spingere il loro passeggino ed ho avuto
chiaro che la dolcezza che mi pervadeva in quella situazione in
nessuno modo potevo chiamarla nostalgia.
Il Parco dello Stibbert - Foto mia |
Certe
cose le porto dentro e mi appartengono ed erano con me su quella
panchina, volteggiavano come spiriti portati dal vento tra i rami
degli alberi e sul prato. Quell’essere famiglia in modo partecipe,
unito, anche convenzionale. Anni belli con la tua fanciullezza a
riempire il cuore di gioia e speranza e tanto amore, e una famiglia
unita. Eppure, sola su quella panchina, non sono certo meno vera, e,
senza dubbio, non c’è meno amore di allora dentro di me, né
principi meno solidi.
In
questa età difficile, turbolenta e incerta che stai vivendo, oggi
che è la tua festa vorrei mandarti proprio questo messaggio: non
avere paura. Nulla si perde e, soprattutto non ci si perde, neanche
volendo. E se c’è una spiegazione e una ragione per il mio
personale essere madre, così imperfetta e spaventata, una ragione
che da quando ti ho tenuta in braccio la prima volta non è mai stata
così chiara come adesso, quella ragione è la tua unica, inedita e
autonoma esistenza. Non desidero che tu dipenda da me, ma desidero
esserci per te, come posso e come riesco. Si può essere uniti anche
fuori da schemi facili e convenzionali. Esserci. Litigare e
combattere o sorridere ed essere complici, su un prato fiorito ma
anche sotto il temporale.
L’augurio
che ti faccio oggi è lo stesso che ti ho fatto sempre, fin dal tuo
primo compleanno ed è che tu possa riconoscerti nella vita che fai.
E adesso che sei cresciuta e ti guardo cercare la tua strada, voglio
dirti che proprio quello è il senso e il solitario lavoro di una
vita. Che non ci sono traguardi ma solo percorsi. Il consiglio che
posso darti è di cercare di fare quel lavoro dando spazio al meglio
di te e senza mai scoraggiarti.
Vederti diventare donna non mi fa invecchiare ma mi aiuta a crescere,
perché è il lavoro di una vita ancora e sempre, anche per me e,
avendo attraversato tanto male senza essermi persa, ti posso dire di
guardare con serenità al percorso anche quando sarà inaspettato e
più difficile, anche quando penserai di essere sola, ma ti basterà
guardarti intorno per trovare segni, ricordi e presenze, e ti basterà
sussurrare mamma, come io faccio ancora oggi, e saprai che sono lì
con te.