domenica 16 settembre 2018

Errore

La parola errore viene dal latino e deriva da errare. Nel girovagare quindi viene implicitamente individuata un’accezione negativa che non è riconducibile al movimento in sé, ovviamente, ma alle deviazioni rispetto alla via maestra, alla destinazione.
Trovo che questo significato sia piuttosto interessante e che meriti una riflessione. Come regola generale direi che sono abbastanza d’accordo con la necessità di essere focalizzati sul risultato da raggiungere anche perché mi ritengo persona pragmatica. E’ abbastanza evidente che sbagliare la coniugazione di un verbo o un’operazione matematica sono deviazioni da una regola e da un procedimento definiti e inappellabili. La via maestra è molto spesso un codice, scritto o quantomeno condiviso, una convenzione o una tradizione.

Il codice, tuttavia, non può essere considerato sempre la destinazione vera e propria, bensì uno strumento, una guida, il sentiero tracciato che vuole fornire un ausilio nel raggiungere obiettivi individuali e specifici.

La vita in effetti è più complicata di un problema di geometria e il risultato è molto meno certo, soprattutto, è diverso per ognuno di noi e spesso è proprio in quel girovagare che troviamo la nostra strada o il motivo per ritornare sulla via maestra. Il viaggio costellato di “errori” di Ulisse lo porta comunque ad Itaca ma con una conoscenza ed una consapevolezza diverse da quelle che avrebbe avuto prendendo un volo da Troia senza scalo.

Sono piuttosto affezionata ad alcuni miei errori. Questo non significa che li rifarei, anzi. Sono affezionata a quelli che mi hanno insegnato qualcosa e mi hanno fatta crescere e sono affezionata a quelli che mi hanno portato lontana da una destinazione che, probabilmente, non era la mia.
Sono affezionata ai miei errori perché, soprattutto, mi hanno insegnato che non sono perfetta. Sono rigorosa ed esigente, ma non devo essere perfetta, ed accettare di essere limitati può essere un sollievo e un valido aiuto per cercare di essere migliori.

L’esperienza degli errori altrui è l’aspetto che mi  emoziona di più. E’ nell’errore che ci rendiamo conto di quanto amiamo qualcuno. Non nel momento in cui ci gratifica con i comportamenti o le parole che ci aspettiamo ma nel momento in cui abbandona la via maestra e, ci delude forse, ma, se accogliamo la possibilità del limite, ci trasporta su una nuova strada dalla quale vediamo spazi inediti dove poter immaginare nuove vie.

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