Oggi mia sorella (con me in una
foto di tanti anni fa) compie gli anni e poche cose come i compleanni ci fanno
pensare al trascorrere del tempo. E’ anche gennaio ed è appena iniziato un
nuovo anno con i bilanci e con i progetti che ciò comporta. Poi c’è questo
sogno che ho fatto stanotte, o meglio stamani, nel quale le mie emozioni più
profonde hanno trovato una forma e una rappresentazione dolente e luminosa
insieme. Poi ci sono le nuove rughe che ho scoperto indossando gli occhiali in
bagno, che errore! Tante diverse sollecitazioni mi impongono oggi di tentare di
scrivere qualcosa sul tempo. Dico tentare perché non mi sento all’altezza di un
tema così grande e fondamentale che impegna pensatori, scienziati e letterati da
sempre e, lo dico subito per non generare false aspettative, non ho
assolutamente niente di nuovo e originale da dire al riguardo. La scrittura mi
aiuta ad accendere qualche timida lucina nel mio personale caos interiore e il
tempo di cui parlerò sarà quello piccolo e personale, non quello universale.
C’è stato un periodo nel quale
soffrivo per non avere abbastanza tempo da dedicare alle persone alle quali
volevo bene. In realtà questa cosa mi ha sempre accompagnato. Anna aveva pochi
mesi quando sono tornata al lavoro e sono consapevole, e lo ero allora, che mi
faceva bene tornare al lavoro e non farmi assorbire completamente ed
esclusivamente dal ruolo materno, eppure ho sofferto quel distacco. Ancora più
dolorose lacrime ho versato quando, con la separazione, mi sono trovata a dover
stare tre giorni lontana da lei. Anche nel mio matrimonio la mancanza di tempo
dedicato l’uno all’altra mi ha fatto molto soffrire. Insomma il “mio” tempo è
stato per molto tempo il tempo che mi mancava, quello del desiderio.
Negli ultimi due anni mi è stato
regalato un sacco di tempo e così ho il privilegio di osservarlo con attenzione
questo tempo che passa. Lo vedo passare sul mio corpo - ovviamente non mi fa
piacere - lo sento passare dentro di me ad ogni respiro, cerco di ascoltare
quello che mi racconta, cerco di capire in quale tempo mi trovo io e cosa sia l’hic et
nunc, il qui e ora per me.
Credo proprio che abbia a che
fare con l’essere in armonia, in contatto con la parte più profonda di noi
stessi. Questo esercizio è più facile nella solitudine e tanto più impegnativo
nella relazione. Difficile ma non impossibile. A me è capitato in qualche
momento raro e prezioso. Quello che nel “mio” tempo rende possibile vivere il
presente è proprio la consapevolezza del passato. Il mio tempo è un tempo della
memoria e la mia memoria è una memoria di tutto il corpo, una memoria viva e
pulsante. In questa memoria ci sono suoni, voci, colori, odori, sensazioni
tattili, emozioni, paure, rabbia, gioia, fiducia, speranza, tristezza,
solitudine, la mia vita. Senza quelle particelle di memoria non esiste l’elemento
tempo, non per me.
Tra pochi giorni
ricorre la giornata della memoria e Liliana Segre è stata nominata senatrice. L’ho
sentita alcune volte alla radio raccontare la storia della ragazza che era. Il
tempo e la memoria che racconta sono quelli della Storia, eppure nella sua
narrazione non manca mai la persona con emozioni e riflessioni personali.
Ieri sera ho visto al cinema l'ultimo film di Virzì "Ella e John" che, pur non essendo un capolavoro, tratta in modo tenero e delicato il tema della perdita della memoria, sempre quella personale, anche se condivisa nell'ambito della coppia e delle relazioni familiari.
Davvero credo con tutta me stessa che la perdita di memoria sia il male, la negazione assoluta dell'identità, la rinuncia ad avere un'identità. Nella condivisione del ricordo, nella testimonianza dell'altro, nei rapporti familiari e amicali che ci accompagnano nel tempo, quel presente di verità e identità che non ignora il percorso ma lo conosce, nel bene e nel male, ci aiuta a portare il peso delle sconfitte e ci sostiene nei cambiamenti.
Lo scrivere è un’altra forma di
memoria, consente di scattare fotografie alla nostra interiorità e di poterla
incontrare e ritrovare. Il presente che cerco di vivere non può negare la mia
storia e la mia identità, non può che contenere le mie scelte, passate e presenti.
Per altri il tempo è dimenticanza e il cambiamento avviene per sostituzione.
Altri ancora vivono nel futuro. Alcuni, pochi, riescono con mirabile equilibrio
a tenere memoria e progetto senza mai dimenticare il presente, senza mai
trascurare di vivere e dedicare ogni giorno il proprio tempo a coloro che amano
e alla parte più vera e profonda di sé.
Sono ancora piccola, ma sto
crescendo e da grande voglio essere così. Dal momento che qualcuno dice che il
tempo non esiste, magari ci riesco.