domenica 5 novembre 2017

Acqua

Sarà perché è una domenica di pioggia, sarà che in questi giorni a Firenze si ricorda l'alluvione. Forse anche un po' perché ho appena finito di leggere "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer e il fiume e la cascata cessano di far parte del paesaggio e diventano storia, storia personale, vissuto e interiorità. Forse perché nuoto e mi piace farlo. Comunque oggi mi interrogo sul significato dell'acqua per me.

da "Il gusto del cloro" di Bastien Vivés
Se andate a cercare la definizione di acqua, io l'ho fatto sul vocabolario Treccani, troverete una lunga lista di espressioni, proverbi, modi di dire, costruiti intorno a questa parola. E' incredibile, secondo me, ma tutti hanno una connotazione negativa: essere in cattive acque, sentirsi un pesce fuor d'acqua, annegare in un bicchier d'acqua. Tale significato è riconducibile al suo connotato terrestre e naturalistico. Ovviamente non discuto che l'acqua sia un ambiente, né fatico a comprendere che disastri e inondazioni per chi vive sulla e della terra ovvero il pericolo del mare per chi vive del mare, abbiano costruito un immaginario di pericolo. Stranamente questo prevale molto su quello positivo di nutrimento indispensabile al nostro organismo. Le Scritture ci raccontano il diluvio universale ma anche la Samaritana al pozzo e il dar da bere agli assetati.

L'acqua è vita, prima di tutto. La vita ha avuto origine dall'acqua. Il nostro organismo è fatto di acqua. I nostri primi nove mesi di vita li passiamo nell'acqua.

Ovviamente l'acqua è anche pericolo e morte, il mare del pescatore è sostentamento e vita e pericolo insieme. Le inondazioni e la pioggia per gli agricoltori sono necessarie e fatali insieme.

Questo essere una cosa e il suo opposto, questo assumere forme diverse e stati della materia diversi, fa dell'acqua un elemento simbolico potente, sempre in trasformazione. Mi viene da pensare che ilsuo potenziale di mutamento abbia inciso nel costruire questo immaginario negativo. I cambiamenti fanno paura, da sempre, a tutti.

Quando entro in piscina, il solo contatto con l'acqua rappresenta per me un momento di piacere e di rivelazione. L'acqua accoglie il mio corpo e lo accarezza, attraverso il contatto con essa io lo scopro. Trovo i miei confini e sento la mia fisicità e il suo rapportarsi con l'ambiente esterno.
Mentre nuoto continuo a pensare senza mai smettere di nuotare e respirare in ascolto dell'acqua e del suono delle mie braccia.
Attraverso l'acqua contatto me stessa e mi sento parte di un ambiente ma con la precisa consapevolezza dei miei confini e del mio movimento, della mia voce in quell'ambiente. Una sensazione di armonia che non sempre riesco a provare.

Ecco l'acqua per me risuona, risuona di me, mi regala un perimetro, mi offre uno specchio, sostiene il mio peso, mi avvolge.

Avere consapevolezza del proprio corpo è il primo necessario passaggio per guardare a sé stessi e alle proprie emozioni e pensieri con la distanza giusta per attraversarli e viverli senza esserne schiacciati.

Sarà perché amo le domeniche di pioggia.

2 commenti:

  1. Sarà perché è una domenica di pioggia, sarà che in questi giorni anche in Piemonte si ricorda l'alluvione (proprio la notte tra il 5 ed il 6 novembre del '94), sarà che ormai quasi tutti possiamo tristemente dire di avere avuto la nostra alluvione. Eppure all'acqua, che per millenni ha significato fertilità e vita, quasi ovvio simbolo religioso e di sviluppo sociale, giustamente Melania ci fa notare che spesso associamo un'accezione negativa. Ma credo sia solo da poche centinaia di anni.
    A me l'acqua evoca cose giuste, mi ci sento bene dentro quando mi delimita, piscina, mare, o anche solo doccia che sia.
    Bello il pensiero di attraversare pensieri ed emozioni, quasi come si attraversa l'acqua.
    Sarà che piove…

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    1. Grazie per il tuo bel commento, Paolo. Proviamo a riabilitarla!

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